“Oxford murders” di Alex de la Iglesia

Il regista spagnolo costruisce su queste basi un film teorico di grande efficacia. Affonda le mani nel genere con una voluttà erotica perturbante e si lascia andare ad un’eleganza del gesto registico che non gli conoscevamo ancora. Ha dalla sua un cast intrigante anche se un po’ spaesato e una colonna sonora che cita Hitchcock ovunque può. Ma sulla domanda aperta del finale sono le note matematiche di Bach a sancire l’impossibilità di una qualsiasi risposta.

“Fury” di David Ayer

Convincente nel suo ostentato rifiuto di ogni retorica guerresca, Fury colpisce per la precisione con cui smonta la figura dell’eroe di guerra. Qui i soldati non combattono per bandiere o ideali politici, ma per quell’ultimo pezzo di mondo che riescono ancora a chiamare casa: la pancia del carro armato.

error: Il contenuto è protetto