L’abitudine cocciuta è la certezza della quale è più difficile fare a meno. Ce la costruiamo, con la tenacia di una vita intera, affastellando, nei momenti di bonaccia, gesti quotidiani in una routine precisa che ci diventa, quasi senza che ce ne accorgiamo, mattone e cemento buoni solo a innalzare muri.
Il fatto è che lo sappiamo bene che fuori infuria sempre la tormenta, lo sappiamo bene che niente è stabile nel moto ondoso degli eventi di un reale sempre in corsa, eppure, l’umano bisogno di punti fermi sui quali costruire la propria identità, finisce per prenderci la mano e, quello che a tutta prima dovrebbe essere riparo, finisce per riempirsi di orpelli solo apparentemente rassicuranti.
Così, finiamo per chiuderci in noi stessi, nella ripetizione generosa di mantra che suonano come la ripetizione degli ohm che buttiamo fuori a yoga, ma che sono trappole per noi stessi. E diventiamo noi i carcerieri, incapaci a ritrovarci nel libero fluire del divenire, mentre il nostro volto si fossilizza nelle espressioni di emozioni sempre più piccole e diventa maschera che, quando la guardiamo allo specchio, stentiamo noi per primi a riconoscerci.
L’amore si impara, titolo delicato di una raccolta di otto racconti di Roberta Di Pascasio (Giovane Holden edizioni), mette in scena personaggi chiusi nell’incapacità di affrontare la paura: una donna che aveva imparato a riconoscersi nel suo rifiuto di qualsiasi legame duraturo, un anziano che vive nel ricordo di una vita fossilizzato in un albero che sfida i tramonti dal giardino, una donna abituata alla confortante routine del matrimonio, un’altra che sta invece per sposarsi anche se il futuro marito ha un altro che ama forse di più, un ragazzo che non ha ancora capito che al di là delle apparenze di una vita disordinata non ha nessuno. Vite, quelle descritte con penna felice dall’autrice, perse nella routine del dirsi e del ripetersi nella paura che il silenzio significhi in qualche modo smettere di esistere e che, per un momento inaspettato, per il capriccio improvviso del destino che è come il lupo che bussa alla casetta di paglia e poi soffia, si apre in vertigine e voragine. Piccole e grandi catastrofi rompono così la ruota di criceto nella quale avevamo imparato a correre sul posto e ci obbligano al cammino che tante volte (ed è difficile ammetterlo) è anche mettersi a sedere in attesa di un tramonto che tarda ad arrivare.
Non è, comunque detto, ci suggerisce tra le pieghe del volume Roberta Di Pascasio, che un guscio che si rompe debba per forza farsi dramma. Spesso è anche uno scoprire come si continui a sopravvivere, come la vita vada avanti anche se siamo più nudi e inermi. Forse più pronti ad abbracciare l’altro. O la possibilità di altro.
In questo modo, racconto dopo racconto, L’amore si impara mette l’accento più che sul soggetto sul predicato verbale, sull’azione dell’apprendere, dello scoprirsi, che è un processo faticoso, doloroso e lungo, ma necessario per capire che noi siamo, solo se ci accettiamo nel continuo movimento.
Alcuni personaggi di questo libro sono davvero memorabili dall’Io narrante di L’amore (giustamente vincitore nel 2014 del Premio Bukowski) al protagonista de L’incidente che resta sul ciglio del baratro incapace di arrendersi al dolore che l’ha fatto egoista, sino al vecchio che sente tra le rughe il dolore di sopravvivere al ricordo.
Il tutto in pagine di prosa vivida, mai effettata, sempre a guanto sulle storie raccontate che sono offerte al lettore con sensibilità di sguardo e analisi partecipe e pregna di calda umanità.
La lettura corre, senza inciampo, che si sente ogni tanto il bisogno di rallentarla per prolungarne il piacere. Un libro, insomma, che è bello avere in scaffale.
Titolo: L’amore si impara
Editore: Giovane Holden edizioni
Collana: Battitore Libero
Dati: 128 pagine, brossurato
Anno: 2015
Prezzo: 14,00 €, (anche in eBook)
Isbn: 978-88-6396-648-0
webinfo: Scheda libro sul sito dell’editore