I TOPI NEL MURO
Edizioni Progetto Cultura, Roma
ISBN 978-88-6092-658-0
“Ritratto di tre donne in un interno”, potrebbe essere questo il sottotitolo di “I topi nel muro”, il dramma in tre atti vincitore della sezione teatro del Premio promosso da CeRSE, Ecad, Fondazione Museo della Shoah e Università di Tor Vergata nel 2014.
Tre sono, infatti, le protagoniste del lavoro: Anna, una nonna che vive nella sua vecchia casa e che sembra chiusa in un mondo tutto suo in cui ricordi e cose immaginate si confondono, Lidia, sua figlia, ed Ester, assunta come badante dell’anziana protagonista.
Come spesso accade, però, niente è come sembra. I rumori che Anna dice di sentire, i misteriosi topi nel muro, sono veri o frutto dell’immaginazione e della malattia? Perché Lidia è così ansiosa di trovare un accomodamento per la madre? Perché ha tanta paura delle chiacchiere delle gente? E la povera Ester, capitata forse nella casa sbagliata, cosa cercava esattamente quando ha bussato alla porta di Anna?
I TOPI NEL MURO
Edizioni Progetto Cultura, Roma
ISBN 978-88-6092-658-0
“Ritratto di tre donne in un interno”, potrebbe essere questo il sottotitolo di “I topi nel muro”, il dramma in tre atti vincitore della sezione teatro del Premio promosso da CeRSE, Ecad, Fondazione Museo della Shoah e Università di Tor Vergata nel 2014.
Tre sono, infatti, le protagoniste del lavoro: Anna, una nonna che vive nella sua vecchia casa e che sembra chiusa in un mondo tutto suo in cui ricordi e cose immaginate si confondono, Lidia, sua figlia, ed Ester, assunta come badante dell’anziana protagonista.
Come spesso accade, però, niente è come sembra. I rumori che Anna dice di sentire, i misteriosi topi nel muro, sono veri o frutto dell’immaginazione e della malattia? Perché Lidia è così ansiosa di trovare un accomodamento per la madre? Perché ha tanta paura delle chiacchiere delle gente? E la povera Ester, capitata forse nella casa sbagliata, cosa cercava esattamente quando ha bussato alla porta di Anna?
“I topi nel muro” è un racconto sulla Shoah abbastanza inusuale. Invece di risolversi in una rievocazione storica di un passato sempre più lontano (e quindi innocuo) prende corpo, secondo le notazioni del libro stesso, in «una collocazione temporale non troppo precisa» che «ci è più vicina di quanto faccia piacere credere». Da questa posizione particolare la casa, con la sua storia sconosciuta, diventa la grande protagonista del dramma: «Ci sono le stanze vuote della memoria, le stanze piene di falsità, le stanze che seppur vive sono dei cimiteri, e quelle stanze dove una vecchiaia costruita sulla morte degli altri, ancora vuole raccontare una storia fatta di revisionismi e negazionismi» come scrive Vittorio Pavoncello nella Presentazione del volume.
Una casa cangiante, che si trasforma a vista nel corso del dramma man mano che la Verità prende corpo e che la Storia comincia entrare nel racconto, condizionando l’esistenza di tutti in un giro di bugie e di mezze verità.
Il dramma è così occasione per riflettere non solo sul destino degli ebrei italiani e sulla loro persecuzione qui in Italia, ma anche per ricordare le altre categorie perseguitate dal regime (Fabrizio, nipote di Anna, è omosessuale).
«Izzi non fa sconti a nessuno e rovescia i piani smascherano i buoni di oggi, che allora furono i cattivi» conclude Vittorio Pavoncello, organizzatore del concorso a proposito del quale vale la pena ricordare che la Giuria, presieduta da Anna Foa e composta da Donatella Orecchia, Silvia Cutrera, Vittorio Pavoncello, Alessandro Portelli, Attilio Scarpellini e Riccardo Caporossi, ha voluto premiare la «particolare robustezza drammaturgica e per l’efficacia nel trattare il tema del rapporto fra ricordo e memoria.»
INDICE
Presentazione di Vittorio Pavoncello – Direttore Artistico ECAD
I topi nel muro – dramma in tre atti
Nota di Marina Formica – direzione CeRSE, Università di Tor Vergata
Nota di Leone Paserman – Presidente Fondazione Museo della Shoah
Note biografiche
Motivazioni del premio
Dramma (Leggi QUI la recensione completa)
La signora ode per casa strani runori (i topi nel muro del titolo) parla di guerra come se vivesse ancora in quegli anni, vede cose strane e parla come se in casa ci fosse qualcuno. La figlia ed il nipote sono preoccupati soltanto che stia tranquilla, che riposi, che prenda le medicine e che venga accudita da una badante che invece sarà proprio quella che farà tornare a galla la verità. I suoi “deliri” sono fastidiosi, non vengono ascoltati. La protagonista sembra allora farsi metafora del senso di colpa che il mondo ha nei confronti del popolo ebreo, metafora del ricordo che pesa e che si vuole dimenticare o, talvolta, addirittura negare.
Marcello Isidori
Close-up
Asciutto dramma in tre atti, I topi nel muro ricostruisce queste dinamiche all’interno di una storia privata come tante: un’anziana signora ormai di peso per i suoi familiari che lei per prima, come dimostra l’idea che ha dell’omosessualità del nipote, non ha mai ben capito. Ormai è tardi per cambiare la famiglia di Anna, o Anna stessa, ci racconta efficacemente e senza buonismo I topi nel muro, ma dall’esterno può giungere qualcosa o qualcuno che getti luce sul buco nero che tutti hanno voluto, o non hanno saputo, vedere. Qualcuno o qualcosa che entra fisicamente dalla porta ma che forse è sempre stato tra le quattro mura che ospitano il dramma. Un dramma aperto però positivamente al perdono, qualità per alcuni divina che di certo spetta in primo luogo alle vittime.
Giovanna Branca
Golfo TV
I topi, come gli ebrei destinati ai campi di sterminio, come i perseguitati di tutti i tempi, come i ricordi che vorremmo domare, come le verità che vorremmo asfissiare, fanno un “rumore d’inferno” e vogliono uscire finalmente dai muri per decretare la fine di ogni guerra, personale, comunitaria, universale…
Sandra Cervone