TRITTICO DEL DILEMMA (2019)
Chipiùneart edizioni, Roma, 2019
Pagg. 180
ISBN: 9788898917488
Una trilogia:
Perché la guerra (liberamente ispirato al carteggio tra Albert Einstein e Sigmund Freud)
Una divisa (racconto partigiano)
Solo le maschere (cronaca familiare ai tempi di Aldo Moro)
TRITTICO DEL DILEMMA (2019)
Chipiùneart edizioni, Roma, 2019
Pagg. 180
ISBN: 9788898917488
Una trilogia:
Perché la guerra (liberamente ispirato al carteggio tra Albert Einstein e Sigmund Freud)
Una divisa (racconto partigiano)
Solo le maschere (cronaca familiare ai tempi di Aldo Moro)
Per la peculiare relazione che i tre copioni intrecciano l’uno con l’altro. Ci troviamo di fronte infatti a composizioni eterogenee, che rivelano una trasformazione – pur in continuità – dello stile e delle tematiche della drammaturgia di Alessandro Izzi. Se il primo testo è caratterizzato da un forte carattere concettuale e simbolico, il secondo rientra nella più tipica scrittura di questo autore, configurando una più riconoscibile dimensione scenica, che pur nella leggerezza di alcuni dialoghi non smarrisce mai la capacità di muoversi in un’atmosfera profonda. Nel terzo testo, invece, Izzi esplora un territorio quasi surreale, non privo di interesse. Ma perché, allora, pubblicarli insieme, in un unico volume? Credo che esista un motivo nascosto, forse celato alla stessa coscienza dell’autore. In tutti i testi aleggia un pervasivo sentimento della morte. Al tempo stesso, il gioco teatrale ama muoversi su alcune contraddizioni etiche, sulle scelte personali degli uomini e delle donne nei contesti di morte. La tensione tra difesa e attacco nella situazione di guerra, il tema della divisione tra fratelli nella guerra civile, l’oscillazione tra idea e realtà, nel quadro del terrorismo. Questi testi teatrali sono tre composizioni sul dilemma, quel dilemma che attanaglia gli esseri umani nel loro costante rapporto tra la vita e la morte.
(Carlo Scognamiglio)
Nella scrittura drammaturgica di Alessandro Izzi colpisce il dominio dello spazio scenico. Cosa che potrebbe sembrare ovvia in un autore che scrive di teatro, mentre non lo è affatto. Nell’esperienza accumulata nel corso di vari anni, che mi ha visto prendere parte, con curiosità ed interesse, a giurie di concorsi letterari per la sezione teatro, quel che spesso capita di notare è proprio la mancanza di “fattibilità scenica”. Si incontrano storie anche belle e ben confezionate, ma occorrerebbero tre o quattro palcoscenici paralleli per rappresentare, agevolmente e con chiarezza, ciò che l’autore vorrebbe fosse messo in scena.
Quanto sottolineato NON tocca minimamente la produzione di Alessandro Izzi: nei suoi testi, il disegno scenografico è sempre netto, preciso, razionale. Nelle didascalie, ricche di dettagli e di particolari mai banali, c’è già tutto quello che occorre: niente di più, niente di meno…
E la regia si potrebbe dire quasi compiuta, se mai lavoro di regia possa
dirsi tale.
(Maria Pia Iannotta)
Prefazione
Perché la Guerra
Una divisa
Solo le maschere
Postfazione
Ringraziamenti
pag. IX
pag. 19
pag. 55
pag. 107
pag. CLXVII
pag. CLXXIII
Prefazione pag. IX
Perché la Guerra pag. 19
Una divisa pag. 55
Solo le maschere pag. 107
Postfazione pag. CLXVII
Ringraziamenti pag. CLXXIII