Venezia 79: Trois nuits par semaine di Florent Gouëlou

Baptiste non ha una vita che potremo definire pienamente soddisfacente. Ha, è vero, una fidanzata impegnata nel sociale, ma la sua è una relazione che, nata stanca, é già soffocata d’abitudini. Mancandogli un lavoro (e apparentemente anche un’ambizione) al giovane ventinovenne non resta, infatti, che preparare da mangiare, tagliuzzando verdure in cucina, e se la cosa suona a favore di una certa parità dei sessi, non per questo fa felice la compagna che vorrebbe dividere la casa con un uomo più propositivo.
Che le cose non vadano nel migliore dei modi tra i due, è cosa evidente a chiunque li conosca, ma nessuno tra parenti e amici sembra voler mettere più di tanto dito tra di loro. Fino a che, per puro caso, una sera Baptiste incontra Cookie Kunty, una drag queen che smuove le acque di un’esistenza apparentemente immota.
Col suo occhio fotografico, il giovane, infatti, comincia ad accarezzare l’idea di un progetto espositivo che esplori la vita delle drag queen. Un progetto nuovo, il suo, che vuole entrare in un mondo troppo spesso frainteso con la giusta dose di curiosità e la disponibilità a farsi sedurre da un modo di essere e di vivere che mette in crisi non poche certezze.
Seguire Cookie nelle sue scorribande per i locali o nelle sue esibizioni diventa, per questo, un perdersi in un’alterità che aiuta a capire meglio se stessi, ma è anche un invito a perdersi in un labirinto di specchi, mentre tante certezze franano sotto i piedi.
Tra Baptiste e Cookie comincia, infatti, abbastanza rapidamente una relazione che si complicherà vieppiù nel momento in cui il ragazzo incontra Quentin, l’alter ego maschile dell’esuberante donna che ha travolto la sua vita.
Ma di chi è innamorato esattamente Baptiste? Della femme fatale che ha fatto dell’esibizione e dello spettacolo la sua principale ragion di vita? O del ragazzo che emerge dagli strati di costume, quando la giornata finisce con tutte le esibizioni che l’hanno affollata?
E soprattutto, per un pubblico abituato a ragionare in termini binari, chi è più vero? La maschera con la parrucca alta come il cielo? O il ragazzo timido e impacciato che c’è sotto? Chi è la persona? E chi la maschera?
Di fronte a questa domanda, un po’ frena la storia d’amore che Baptiste (che pure continua a proclamare di non sentirsi gay) avrebbe voluto con Quentin. Salvo poi scoprire che in fondo Cookie e Quentin sono due facce della stessa medaglia e che non può amare l’una senza amare un poco anche l’altro e viceversa.
E se alla fine, forse una storia è troppo complicata, l’amore resta e trionfa a modo suo.

Trois nuits par semaine di Florent Gouëlou (le note di regia ci informano che di notte è Javel Habibi, una drag queen solare e impegnata, che si esibisce ogni mese al Flèche d’Or a Parigi, a segno di un’autenticità di ispirazione) apre la “Settimana Internazionale della Critica” di questa edizione del Festival del Cinema di Venezia, all’insegna del transgender e della fluidità. Se dal punto di vista strettamente contenutistico il film ha una sua ragion d’essere soprattutto nel nostro mondo non ancora pacificato sulle questioni di genere, non di meno ci pare che qualche passo in più per un film che fosse fluido anche nella sua grammatica e sinassi poteva essere fatto (e, rimanendo sempre nella stessa sezione, è stato fatto, se pensiamo ad Anhell69 di Theo Montoya in prossima programmazione al Lido l’8 settembre).

Invece, Trois nuits par semaine si fa apprezzare per la sua onestà nella messa in immagine di una love story tutt’altro che banale (cui giovani gli eccellenti interpreti, in particolare Pablo Pauly e Romain Eck), ottimamente fotografata e abbastanza coraggiosa da sfidare le regole del mainstream.

Trois nuits par semaine – Regia: Florent Gouëlou; sceneggiatura: Florent Gouëlou in collaborazione con Raphaëlle Valbrune-Desplechin; fotografia: Vadim Alsayed; montaggio: Louis Richard; musica: Villeneuve & Morando; interpreti: Pablo Pauly, Romain Eck, Hafsia Herzi, Harald Marlot, Mathias Jamain, Houngnikpo, Holy Fatma, Calypso Baquey, Jean-Marie Gouëlou produzione: Nelson Ghrénassia (Yukunkun Productions); origine: Francia, 2022; durata: 103′; Vendite internazionali: Pyramide International.

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