COME SEME SOTTO RAFFICHE D’INVERNO (2016)
Edizioni Giovane Holden, Viareggio, 2016
ISBN: 978-88-6396-852-1
Nove racconti, storie di un piccolo borgo durante il secondo conflitto mondiale. La guerra, la politica gli eventi osservati dal punto di vista delle persone che meno possono capire: i bambini, le donne, gli ultimi, i dimenticati.
Nove racconti di ordinaria sopravvivenza, di quando il quotidiano confina con il mito e la speranza di futuro si confonde con l’eterno presente di un mondo che vorrebbe restare uguale a se stesso anche malgrado la guerra.
Nove fiabe amare che non vogliono in nessun modo essere una cronaca o una cronologia della drammatica situazione di uno specifico borgo durante l’occupazione nazista, benché in alcuni momenti riconoscibile come Gaeta ma prima di tutto luogo letterario, quanto piuttosto proporsi come un caleidoscopio di epifanie sull’orrore della guerra e sulle conseguenze dell’odio dell’uomo sull’uomo.
Contiene “Eva” (2015) Vincitore del Premio Giovane Holden per il Miglior racconto inedito.
COME SEME SOTTO RAFFICHE D’INVERNO (2016)
Edizioni Giovane Holden, Viareggio, 2016
ISBN: 978-88-6396-852-1
Nove racconti, storie di un piccolo borgo durante il secondo conflitto mondiale. La guerra, la politica gli eventi osservati dal punto di vista delle persone che meno possono capire: i bambini, le donne, gli ultimi, i dimenticati.
Nove racconti di ordinaria sopravvivenza, di quando il quotidiano confina con il mito e la speranza di futuro si confonde con l’eterno presente di un mondo che vorrebbe restare uguale a se stesso anche malgrado la guerra.
Nove fiabe amare che non vogliono in nessun modo essere una cronaca o una cronologia della drammatica situazione di uno specifico borgo durante l’occupazione nazista, benché in alcuni momenti riconoscibile come Gaeta ma prima di tutto luogo letterario, quanto piuttosto proporsi come un caleidoscopio di epifanie sull’orrore della guerra e sulle conseguenze dell’odio dell’uomo sull’uomo.
Contiene “Eva” (2015) Vincitore del Premio Giovane Holden per il Miglior racconto inedito.
Questi e tutti gli altri luoghi gaetani, non descritti ma accennati e disegnati sullo sfondo del testo, rivivono in silenzio in ciascuno dei nove racconti, ma silenziosamente sembrano imporsi al ricordo o all’immaginazione di chi li ha vissuti, di tutti coloro che li conoscono: non solo grandi testimonianze della realtà cittadina ma anche le atmosfere, tutti i colori e gli odori che si sprigionano tra le pagine, dal forte azzurro del mare che pare quasi di vedere nel racconto “Con tutti i suoi fantasmi”, al profumo forte dei fichi che quasi si assapora come quando è dappertutto in estate a Gaeta e fa da sfondo alla triste storia di “Eva”. E come non sentire la forte impressione che il grande albero trivellato dai tedeschi sotto gli occhi terrorizzati di Giacomino ne “il Guardiano” ricordi i grandi alberi di carrube di cui gli sfollati gaetani hanno un vivo ricordo perché di essi si nutrivano durante i mesi della paura, e ad essi affidavano tutte le loro speranze di salvezza.
(Sabina Mitrano)
disponibile anche in formato e-book
INDICE
L’ultima luce
Eva
Ninna nanna per l’anima spezzata
Il pranzo di Pasqua
Il guardiano
Liberaci dal male
L’asinello
Con tutti i suoi fantasmi
Come seme sotto raffiche d’inverno
Postfazione di Sabina Mitrano
Ringraziamenti
pag. 11
pag. 15
pag. 25
pag. 33
pag. 47
pag. 57
pag. 75
pag. 83
pag. 93
pag. 117
pag. 123
L’ultima luce pag. 11
Eva pag. 15
Ninna nanna per l’anima spezzata pag. 25
Il pranzo di Pasqua pag. 33
Il guardiano pag. 47
Liberaci dal male pag. 57
L’asinello pag. 75
Con tutti i suoi fantasmi pag. 83
Come seme sotto raffiche d’inverno pag. 93
Postfazione di Sabina Mitrano pag. 117
Ringraziamenti pag. 123
Close-up
E il senso di raccontare oggi eventi in tutto e per tutto simili a quanto non solo la nostra letteratura, ma anche il nostro cinema ha saputo vividamente illustrare nel lungo periodo altalenante tra il bianco e nero e il colore, non risiede soltanto nella necessità di recuperare un ricordo sbiadito dalle tante celebrazioni che sulle generazioni più giovani producono forse l’effetto di ottunderlo più che tenerlo acceso e vivo; ma anche, e forse soprattutto, di far scattare l’automatismo della comparazione con quanto si vede riportato in rete o dai notiziari della televisione, e riconoscere nei volti segnati dallo spavento dei bambini, nelle lacrime di una madre con il figlio morto sulle ginocchia, negli scheletri delle città rase al suolo, nella follia dei gesti insensati degli invasati pronti a morire in nome di un’idea spacciata per credo religioso che nega la vita invece di esaltarla nell’amore e nella pace, gli stessi personaggi che popolano le pagine di Izzi, trascinati poco più di mezzo secolo fa in un identico baratro di universale, insensata follia.
Anton Giulio Onofri
Motivazioni della segnalazione al Premio Scriviamo insieme
Alessandro Izzi propone un’opera breve: nove racconti come altrettanti quadri tutti
dedicati alle atrocità della guerra, vista da angolature personali attraverso gli occhi di personaggi via via diversi. I rimandi sono al passato recente dell’ultima grande guerra, ma a pensarci bene, ogni racconto potrebbe essere invero ambientato in Siria o in Sudan, o in qualunque altra parte del mondo dove ancora oggi morte e atrocità sono il pane quotidiano. Perché oggi noi tutti viviamo una qualche guerra che direttamente o no ci colpisce: anche se precariamente al riparo, siamo al fronte.
Inutile farsi illusioni.
Visioni da Captaloona
Una raccolta di racconti per noi pregevolissima che parla di miseria e disperazione, scritto con grande maestria. la lettura è piacevole, scorrevole. Racconta storie minime immerse in un caos molto più grande e dà valore ai piccoli eroi della storia di cui mai si parla. Il piglio narrativo è un bene ormai assai raro e qui non manca. Questo è un ottimo lavoro di immersione nel nulla e nel poco.
Claudio Fiorentini