Storia e storie del cinema americano

Le storie del cinema si portano sempre appresso un problema di messa a fuoco.
L’ideale sarebbe avere il massimo della profondità di campo, ma la Storia è spesso troppo scura e troppo poco illuminata per permettere anche ai migliori obiettivi di catturare abbastanza luce da convertire in dettagli.
Così finisce che, nella migliore delle ipotesi, si punta all’orizzonte in cerca di infinito e la definizione vien meno man mano che ci si avvicina all’oggi. Oppure, ma sono casi più rari, l’idea di restituire un quadro movimentato del presente muove l’autore verso il primo piano, ma così il teleobiettivo mette fuori fuoco tutto quel che è sfondo e più che di storia si dovrebbe piuttosto parlare di cronaca.
Giampiero Frasca parte, invece, da una consapevolezza: che sta parlando di cinema e non di fotografia e che ha dalla sua l’elemento fondante del movimento.
Nel raccontare le traiettorie spesso contraddittorie del cinema americano, quindi, più che alla staticità del quadro illuminato si affida al movimento di macchina che può ben prendersi il lusso di tenere a fuoco il solo primo piano perché tanto lo sguardo si muove e quel che all’inizio era sfocato viene poi raggiunto dal giusto rapporto di distanza tra lenti e oggetto.
La consapevolezza è già evidente nel titolo. Giampiero Frasca non scrive, infatti, Storia del cinema americano, ma Storia e storie del cinema americano. Alla complessità dell’apparato accademico, strutturato e limpido, si accompagna, quindi, il bisogno cronachistico e analitico del critico.
Il problema della profondità di campo non è risolto, ma almeno è eluso.
Le cinquecento e passa pagine che compongono questo saggio della Utet colpiscono per l’utopia di un autore che non si prende troppo sul serio. Non vi si respira dentro né spirito paludato, né polvere d’archivio, quanto piuttosto una genuina passione per la materia narrata che scende a patti col bisogno di una metodologia di studio precisa, obiettiva e, possibilmente, ferrea.
La concessione personale non passa, quindi, come spesso accade nelle storie classiche del cinema, per la forzatura della messa a fuoco (della serie: so che questo autore è poco importante, ma mi piace troppo per non concedergli qualche rigo in più), ma nel rallentamento di una carrellata che trasforma il movimento quasi in una carezza.
Il risultato è composito e sapiente e si ha l’impressione che si sfrangi più raramente di quanto sarebbe lecito aspettarsi da un lavoro che deve comunque scendere a patti con il fatto che deve arrivare ad una fine per essere pubblicato.
Qualche incertezza la si sente quindi solo nel montaggio che apre qualche domanda: perché un intero capitolo a un regista come Kubrick che dall’America se ne va perché gli sta troppo stretta? E perché, una volta che lo spazio se l’è preso dentro il libro, si ha l’impressione che sia comunque troppo poco? Perché John Huston è così disciolto nei generi che ha frequentato (e non si cita neanche La regina d’Africa o The dead)? Perché tanto Indiana Jones e neanche si cita Schindler’s list?
Domande legittime per una storia del cinema che si legge come un romanzo e che non si preoccupa di indulgere nell’aneddoto quando è funzionale al discorso e che non derivano solo dal fatto che spesso si critica nelle storie del cinema il fatto che non parlino abbastanza dei film o degli autori amati dal lettore.
Resta alla fine l’apertura al futuro, la vera sfinge che obbliga lo storico a vestire i panni dell’indovino. E in un cinema così in crisi come quello contemporaneo l’azzardo è davvero a un passo.
Nel concreto Frasca isola due grossi snodi tematici nel cinema più mainstream: il post moderno tarantiniano e la vocazione scopica del Cameron di Avatar.
Ci sentiamo, in questo frangente di sperare, in una liberazione del digitale non nel senso del gigantismo o del frullato virtuale, ma nel senso di un ritorno ad un’affabulazione leggera e capace davvero di sintonizzarsi sul presente.
Nel complesso ci pare che il libro di Frasca sia un importante punto della situazione capace di coniugare sapienza cinefila e ricchezza di spunti senza troppe indulgenze nella partigianeria. Un risultato importante.

 

 

Autore: Giampiero Frasca
TitoloStoria e storie del cinema Americano
Editore: UTET
Collana: Cinema
Dati: 560 pp, brossura
Anno: 2013
Prezzo: 35,00 €
Isbn: 9788860084132
webinfoScheda del libro su sito UTET

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